​SlowUp 2020

L’edizione 2020 di SlowUp non ha avuto luogo a causa dell’emergenza sanitaria.

SlowUp 2019

Di seguito l’articolo apparso su Agricoltore ticinese di venerdì 19 aprile 2019:

Domenica 14 aprile si è svolta la nona edizione di slowUp Ticino, la giornata all’insegna della mobilità lenta proposta in diverse date su tutto il territorio svizzero. Sul Piano di Magadino, ci sono stati 16 luoghi di sosta gestiti da associazioni della zona. L’Unione Contadini Ticinesi aveva il suo punto di ristoro nella fattoria di Robert Aerni a Riazzino, dove il tetto del grosso fienile ha protetto dal clima incerto tutti i visitatori, gli scout del Gambarogno presenti con giochi e torte, e i diversi agricoltori e prodotti, tutti rigorosamente della regione. La polenta cucinata dal gruppo Momò con farina di Paolo Bassetti di Pianezzo, i salametti nostrani della macelleria Gianocca di Arbedo, la formaggella di Giorgio Dazio di Fusio, la luganighetta nostrana in umido di Bio Ticino, il pane della panetteria Marzorati di Cadenazzo, la birra St. Salvatore di Dongio, i Büscion di capra dell’azienda Marachiei, le insalate della orTi e i gelati artigianali di I Love Gelato di Sementina. Tutti prodotti che sono stati apprezzati e lodati dagli ospiti: tra chi ha domandato chi fosse il produttore delle birre per complimentarsi, chi ha detto che la formaggella aveva una crosta di velluto, chi che il salame era fuori dal comune, per non parlare delle luganighette in umido andate a ruba e delle torte che un mio collega non riusciva a smettere di mangiare. Anche altre due aziende agricole del Piano hanno aperto le loro porte per l’occasione: l’agriturismo Regusci e l’azienda agricola Ponzio, che si sono definiti abbastanza contenti del riscontro, tenendo conto delle condizioni meteorologiche poco favorevoli.

Meteo e cifre
Nonostante le previsioni meteo minacciassero forti piogge, se domenica mattina si alzava lo sguardo, il cielo era azzurro. Con il passare delle ore il cielo si è coperto e a Riazzino, attorno a mezzogiorno sono cadute due gocce. Ma fortunatamente ha subito spiovuto senza ricominciare. Il comunicato stampa di slowUp Ticino riferisce che sul percorso di oltre 50 km da Bellinzona a Locarno, i partecipanti sono stati 20’000. Cinquanta chilometri di strada asfaltata che per questa manifestazione sono stati chiusi al traffico motorizzato e aperti alla gente in bicicletta, in pattini, in monopattino o a piedi. Alcuni mi hanno detto che hanno approfittato della giornata per allenarsi, mentre altri per fare una pedalata tranquilla in famiglia e gustarsi qualcosa da mangiare. E a un certo punto del pomeriggio, ho visto un ragazzino di 10 anni chiedere ai suoi genitori di comprargli un gelato. Il papà ha titubato dicendo che faceva freddo e che preferiva continuare il giro per scaldarsi pedalando, senza perdere tempo. Ma suo figlio l’ha convinto rispondendogli: «Dai papà, è vero che domani lavori, però oggi è domenica e la domenica è per rilassarsi, senza stress».

Tre domeniche senz’auto
Nell’autunno del 1973, in piena Guerra fredda e dopo anni di sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel medio-oriente, scoppiò un conflitto nella zona di Israele che portò i paesi produttori di petrolio ha proclamare un embargo sulle forniture di questo materiale all’occidente. I prezzi del petrolio impennarono, così come quelli della benzina. Ciò portò alla cosiddetta crisi energetica e i governi di diversi paesi hanno dovuto ricorrere a misure politiche per far fronte al problema. Per limitare il consumo di carburante, il Consiglio federale decretò un divieto di circolazione per tutti i veicoli privati a motore per tre domeniche consecutive. E così, durante le domeniche del 21 novembre, 2 e 9 dicembre 1973, ciclisti, pedoni, cavalieri e bambini in pattini a rotelle e mazze da hockey si sono impossessati delle strade e autostrade di tutta la Svizzera, facendo attenzione unicamente al transito dei trasporti pubblici. Pare che dopo queste giornate, la sensibilizzazione ai problemi energetici e del traffico motorizzato sia aumentata, così come è aumentata la consapevolezza dei rischi legati a un approvvigionamento energetico non diversificato, che fino ad allora dipendeva quasi completamente dal petrolio. Questo avvenimento portò quindi a cercare nuovi metodi di approvvigionamento energetico, oltre ad aver fatto scoprire agli svizzeri modi alternativi per usufruire del tempo libero negli spazi pubblici. Da allora, in ripetute occasioni sono state proposte iniziative per ripresentare l’idea delle domeniche senz’auto, ma mai con successo. Ad avere successo è invece stato slowUp, che da 20 anni (in Ticino da 9) viene riproposto e mette in discussione l’indispensabilità di un’automobile, almeno per quanto riguarda la domenica.

Organizzazione e rifiuti
Anche quest’anno, il punto di ristoro dell’UCT ha dato particolare attenzione ai rifiuti. Oltre a un centro di raccolta, sono infatti stati organizzati piatti riutilizzabili e posate biodegradabili che, come racconta Claudia Ciani, responsabile dell’organizzazione del punto di ristoro in questione, «hanno permesso di diminuire considerevolmente la quantità di rifiuti prodotta».
Abg